Il libro della settimana

giovedì 24 marzo 2016

Antonella Tissot - Il piacere di quando si scollina



Autrice: Antonella Tissot
Titolo: Il piacere di quando si scollina
Editore: L’ArgoLibro
Collana: La Piuma del Poeta
Anno di pubblicazione: 2016 
Numero pagine: 78
Copertina: cartoncino brossurato, sovraccoperta a colori
Formato: 16x24
Codice ISBN: 978-88-98558-64-3
Prezzo di copertina euro 7,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 
Per contattare l’autrice:   dfalappi@alice.it   

La collana “La Piuma del Poeta” della casa editrice “L’ArgoLibro” pubblica una nuova, pregevole raccolta, “Il piacere di quando si scollina” della milanese Antonella Tissot.
Una selezione, questa, che offre al lettore un intenso coinvolgimento nel mondo della natura, attraversato dall’autrice con sguardo sapiente e appassionato. È una natura spesso “interna”, anziché “esterna”, perché ci parla di emozioni, di sensazioni, di sguardi che ricordano, di gesti che sanciscono scelte.
“Sfoglio le pagine della mia vita / come della margherita / i petali. / E leggo di gioie e tristezza, / di ferite e di amori…” (da “Il libro della vita”): le parole sono precise, dense, scorrono leggere ma mai superficiali, grazie alla particolare attenzione dell’autrice, ai suoi segni tesi, alle vibrazioni che sanno tracciare i cerchi dell’ininterrotto movimento ciclico.
Lo scollinare, cioè il passare da un versante all’altro, implica necessariamente una salita e poi una discesa. Sono i titoli delle due sezioni che compongono l’opera, già attraverso essi Antonella Tissot ci fa “vedere” il movimento, la sua necessità: “In salita”, “In discesa”, e ognuna è aperta da due splendide fotografie a colori accompagnate dall’antica sapienza occidentale e orientale a proposito dei giardini: prima Shakespeare (“Il mio corpo è un giardino. La mia volontà è il suo giardiniere”) e poi un antico proverbio cinese (“Colui che semina un giardino semina la felicità”) ci illuminano sull’ “idea del giardino”, che può essere visto anche come metafora della necessità di fare, di agire, di immergersi nella vita.
L’anima della poetessa, protagonista dei versi che chiudono la raccolta, è paragonata a una cerva che cerca (e sicuramente trova) il “nuovo” attraversando con agilità boschi, costoni, pendici, per poi ristorarsi nel riposo. Abbiamo tutti bisogno di scoprire, di osare, ma anche di fermarci, di ricordare: siamo in tutto questo, siamo nell’eterno ritmo della vita.

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