Spettacolo
multimediale di e con Giulio Ripa.
Scriveva
Pasolini: “Noi, quando ricordiamo o
quando sogniamo, giriamo dentro di noi dei piccoli film”.
Attraverso i
ricordi si rivivono le immagini e le storie di un passato che non passa. “Nzallanuto
ovvero io, Pasolini e noi italiani” è
uno spettacolo multimediale che si gioca nel ritrovare il filo della memoria,
necessaria per ridare voce alle idee che sono i reali personaggi del “teatro di parola” teorizzato e promosso
da P. P. Pasolini.
Le
problematiche irrisolte, sottolineate con forza dal poeta, come quelle
sull'anarchia del potere, la ferocia della banalissima televisione e la
mutazione antropologica degli italiani, nello spettacolo si con-fondono tra
ricordo e sogno, presente e passato, finzione e realtà, immagine e parola:
- La
televisione è vissuta come un Totem, entità al quale ci si sente legati per
tutta la vita. Il culto della tv e dei mass media in generale, come pratica
quotidiana istituita, si avvicina al concetto di possessione volontaria poiché
gli individui ne entrano in un contatto così profondo da esserne completamente
soggiogati, accettando così nuovi valori e modelli di vita proposti. Autocompiacimento
e narcisismo dello spettatore nel credersi protagonista del palinsesto
mediatico, portano la popolazione alla condizione di burattini manovrati da una
informazione che ci rappresenta una realtà deformata e deformante.
-
L'anarchia del potere di oggi si presta alle amare considerazioni che Pasolini
faceva allora: rapporto tra il potere dei forti e i deboli che ad esso sono
sottoposti; la fine dell’umanesimo superato dall’applicazione tecnologica della
scienza; la lotta di classe che si sarebbe logorata solo sulle differenze
economiche e non più sul piano culturale, in particolare i rapporti sociali
cambiati dal nuovo modo di produrre (enorme quantità di beni superflui) e
consumare (funzione edonistica).
- “La tragedia è che non ci sono più esseri
umani, ci sono strane macchine che sbattono l’una contro l’altra”. La
mutazione antropologica provocata dall'edonismo consumistico, inteso come sistema
totalizzante basato sulla ricerca del piacere individuale fine a se stesso,
mediante il consumo smisurato di cose, ha modificato ed omologato il modo di vita
degli italiani cioè ideali, valori, comportamenti, rapporti sociali e la stessa
umanità. “Tuttavia il fondo del mio
insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i
sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini
trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci.”
Vi
aspettiamo SABATO
19 GENNAIO alle ORE 18:00.
Libreria
indipendente “L’ARGOLIBRO”
Viale Lazio, 16 (Zona sud, adiacente Via Salvo D’Acquisto, nei pressi del
Centro per l’Impiego, accanto a “Ricambi Iannuzzi” e a “Mani di fata”).
Infoline:
3395876415
Ingresso
libero.