Il libro della settimana

venerdì 7 dicembre 2018

Una nuova intervista al soprano Maria Pia Garofalo






Vincitrice di un Premio prestigioso qual è il “Giordano” , lei è considerata una delle più grandi interpreti dell' opera giordaniana. Partiamo da lontano: com’è nato il suo amore per il canto , quali sono stati i passi che l'hanno resa il meraviglioso soprano che è oggi nonché nostra “Perla del Cilento”?
“Vi ringrazio molto per la considerazione, è davvero un piacere. Diciamo che sono stata una bambina particolare, parlavo poco, ero molto chiusa avevo vergogna di ogni cosa e trovavo molto difficile parlare, tanto è vero che per un periodo della mia vita balbettavo. Il canto un pomeriggio d'inverno mi salvò la vita; più precisamente, un giradischi di mia nonna con “Il Barbiere di Siviglia”. Dimenticavo tutto, ero finalmente me stessa, avevo trovato quello che era il mio posto nel mondo, era ed è il mio mondo. È il mio dono che mi ha trovata nel momento giusto, sono stata fortunata.”

Ricorda i suoi anni di formazione? Lei, appena ventunenne, è già laureata a pieni voti con lode, cosa non da tutti. Ha affrontato un intenso percorso di studi e lo affronta ancora. Ce ne parli.
“Il percorso di studi di un musicista è molto difficile e complicato; occorrono molta pazienza, determinazione e studio. Io in tanti anni mi sono sempre sacrificata per lo studio,
ho frequentato il Liceo Classico e sono stati davvero degli anni molto duri, non è stato semplice
ma con l’aiuto dei miei genitori, che mi sostengono sempre, ho superato ogni ostacolo.”

Come si è sentita a debuttare così giovane?
“Beh, senza dubbio fortunata ed emozionata. Ho un ricordo molto bello della sera del mio debutto, che è stato con l’ “Elisir d’amore”. Durante queste straordinarie produzioni si incontrano sempre persone fantastiche, persone che condividono la tua passione, e si crea un’armonia e una sinergia uniche per “fare l’Opera”.


È un onore per Agropoli avere una rappresentante della lirica nel mondo; lei è considerata anche “la perla del Cilento”, dopo aver prestato il suo volto alla copertina del romanzo di Ermanno Crescenzi “Il muto grido dell’amore” (Edizioni “L’ArgoLibro”, qui la pagina dedicata). Quando viaggia le manca il suo paese?
“Sì, mi manca molto, ma spesso per realizzare un sogno occorre  sacrificarsi, non è sempre facile”.


 Anni fa ricordiamo un grande bis che fece nel meraviglioso Cineteatro Agropolese
con “La Rondine” di Puccini ed il più famoso vocalizzo di Rachmaninoff. Sappiamo che ha un amore profondo per Rachmaninoff, pur non essendo pianista. Ha qualche pianista preferito?
“Rachmaninoff senza dubbio è uno dei più grandi pianisti del mondo ed è difficile interpretarlo. Secondo il mio punto di vista, il miglior interprete di Rachmaninoff è il pianista spagnolo Ruben Talon, un grande musicista che stimo tantissimo”.

Quando canta, lei emoziona da far venire i brividi. Le è mai capitato di emozionarsi a sua volta?
“Di continuo, mi emoziono di continuo. Anche per un singolo suono o un personaggio in
particolare, sono molto sensibile e questo è un lato del mio carattere che io considero la mia
fortezza”.



Parliamo dell’incontro con un’autentica colonna dell’opera lirica – stiamo parlando del grande baritono Rolando Panerai: è stato emozionante incontrarlo? Cosa ha provato?
“Questa è una domanda che davvero mi fa battere il cuore, mi emoziono ogni volta
che sento il nome di Panerai. Il nostro incontro avvenne a Pienza, durante un concorso,
dove io cantai “Sonnambula” di Bellini. Durante i venti minuti di pausa, lui venne a sedersi vicino a me, come se fosse stato un amico che conoscessi da tempo, non credo di poter descrivere a parole
l'emozione che provai in quel momento. Stiamo parlando di un baritono che ha cantato
addirittura con Renata Tebaldi. Una frase che non potrò mai dimenticare è quando mi disse che secondo lui io sono il futuro dell’opera lirica e ho un’enorme responsabilità, ma soprattutto non potrò mai dimenticare quel sorriso meraviglioso che aveva e allo stesso tempo gli occhi pieni di gioia mentre mi parlava. Saranno ricordi che porterò per sempre nel mio cuore”.

Ringraziandola di cuore per questa sua intervista, ci auguriamo si risentirla al più presto cantare.
“È stato un piacere, grazie a voi.”

(A cura della Redazione)



Nessun commento:

Posta un commento