Vincitrice di un Premio
prestigioso qual è il “Giordano” , lei è considerata una delle più grandi
interpreti dell' opera giordaniana. Partiamo da lontano: com’è nato il suo
amore per il canto , quali sono stati i passi che l'hanno resa il meraviglioso
soprano che è oggi nonché nostra “Perla del Cilento”?
“Vi
ringrazio molto per la considerazione, è davvero un piacere. Diciamo che sono
stata una bambina particolare, parlavo poco, ero molto chiusa avevo vergogna di
ogni cosa e trovavo molto difficile parlare, tanto è vero che per un periodo
della mia vita balbettavo. Il canto un pomeriggio d'inverno mi salvò la vita; più
precisamente, un giradischi di mia nonna con “Il Barbiere di Siviglia”.
Dimenticavo tutto, ero finalmente me stessa, avevo trovato quello che era il
mio posto nel mondo, era ed è il mio mondo. È il mio dono che mi ha trovata nel
momento giusto, sono stata fortunata.”
Ricorda i suoi anni di
formazione? Lei, appena ventunenne, è già laureata a pieni voti con lode, cosa
non da tutti. Ha affrontato un intenso percorso di studi e lo affronta ancora.
Ce ne parli.
“Il
percorso di studi di un musicista è molto difficile e complicato; occorrono
molta pazienza, determinazione e studio. Io in tanti anni mi sono sempre
sacrificata per lo studio,
ho
frequentato il Liceo Classico e sono stati davvero degli anni molto duri, non è
stato semplice
ma
con l’aiuto dei miei genitori, che mi sostengono sempre, ho superato ogni
ostacolo.”
Come si è sentita a
debuttare così giovane?
“Beh,
senza dubbio fortunata ed emozionata. Ho un ricordo molto bello della sera del
mio debutto, che è stato con l’ “Elisir d’amore”. Durante queste straordinarie
produzioni si incontrano sempre persone fantastiche, persone che condividono la
tua passione, e si crea un’armonia e una sinergia uniche per “fare l’Opera”.
È un onore per Agropoli avere
una rappresentante della lirica nel mondo; lei è considerata anche “la perla
del Cilento”, dopo aver prestato il suo volto alla copertina del romanzo di
Ermanno Crescenzi “Il muto grido dell’amore” (Edizioni “L’ArgoLibro”, qui la pagina dedicata). Quando viaggia le manca il suo paese?
“Sì,
mi manca molto, ma spesso per realizzare un sogno occorre sacrificarsi, non è sempre facile”.
Anni fa ricordiamo un
grande bis che fece nel meraviglioso Cineteatro Agropolese
con “La Rondine” di
Puccini ed il più famoso vocalizzo di Rachmaninoff. Sappiamo che ha un amore
profondo per Rachmaninoff, pur non essendo pianista. Ha qualche pianista
preferito?
“Rachmaninoff
senza dubbio è uno dei più grandi pianisti del mondo ed è difficile
interpretarlo. Secondo il mio punto di vista, il miglior interprete di
Rachmaninoff è il pianista spagnolo Ruben Talon, un grande musicista che stimo
tantissimo”.
Quando canta, lei emoziona
da far venire i brividi. Le è mai capitato di emozionarsi a sua volta?
“Di
continuo, mi emoziono di continuo. Anche per un singolo suono o un personaggio
in
particolare,
sono molto sensibile e questo è un lato del mio carattere che io considero la
mia
fortezza”.
Parliamo dell’incontro con
un’autentica colonna dell’opera lirica – stiamo parlando del grande baritono
Rolando Panerai: è stato emozionante incontrarlo? Cosa ha provato?
“Questa
è una domanda che davvero mi fa battere il cuore, mi emoziono ogni volta
che
sento il nome di Panerai. Il nostro incontro avvenne a Pienza, durante un
concorso,
dove
io cantai “Sonnambula” di Bellini. Durante i venti minuti di pausa, lui venne a
sedersi vicino a me, come se fosse stato un amico che conoscessi da tempo, non
credo di poter descrivere a parole
l'emozione
che provai in quel momento. Stiamo parlando di un baritono che ha cantato
addirittura
con Renata Tebaldi. Una frase che non potrò mai dimenticare è quando mi disse
che secondo lui io sono il futuro dell’opera lirica e ho un’enorme responsabilità,
ma soprattutto non potrò mai dimenticare quel sorriso meraviglioso che aveva e
allo stesso tempo gli occhi pieni di gioia mentre mi parlava. Saranno ricordi
che porterò per sempre nel mio cuore”.
Ringraziandola di cuore per questa sua
intervista, ci auguriamo si risentirla al più presto cantare.
“È
stato un piacere, grazie a voi.”
(A cura della
Redazione)