Buona Festività del 1° Maggio a tutte/i!
Che sia festa ma anche, e soprattutto,
occasione di riflessione, in un mondo del lavoro che cambia rapidamente ma che,
nel tempo, presenta quasi sempre gli stessi problemi di fondo, che variano solo
nelle manifestazioni superficiali.
Ringraziamo il poeta e scrittore Ermanno Crescenzi
per queste preziose occasioni di riflessione che ci offre attraverso la poesia.
QUALE LAVORO
Flessibile
il servilismo nella schiena piegata
in
un sottomesso belato
Occasionale
la
falsa indignazione della coscienza
oberata a nascondere
la vergogna dell’inanità
Saltuario
il rigurgito di ribellione
sommesso nei toni, compiacente nei modi
rituale di sopravvivenza
rinuncia dell’esistenza
Immolati sull’altare della precarietà
dimentichi delle lotte dei padri
offriamo il petto alla lama
dei mercanti del lavoro.
Flessibilità, occasionalità,
saltuarietà, precarietà:
condizione di una dignità amputata.
Il lavoro di un uomo che non è.
MORTE
INCOLORE
Si sale sul
palco gelato
le dita
arrossate dal freddo
la cazzuola cade
di mano
Il capomastro
grida:” Più svelti”
Una palanca
gelata
il piede
tradisce
il capomastro
grida “più svelti”…
L’uomo senza un
grido galleggia nel vuoto
Tace il respiro,
gli sguardi
puntati sull’orrido abisso
il soffice tonfo
sul selciato innevato
il corpo
rimbalza leggero
sul candido
letto
Morte bianca… la
chiamano.
Ermanno Crescenzi vive e lavora a Terni.
Con “L’ArgoLibro”
ha pubblicato vari romanzi e raccolte di poesie. Ricordiamo, tra le altre
pubblicazioni, Il
muto grido dell’amore e Il
treno per Erfurt (cliccate sui titoli per aprire la pagina
corrispondente).
Nessun commento:
Posta un commento