Autore: Biagio Erminigildo Gatto
Titolo: Redento – Una vita per una vita
Editore: L’ArgoLibro
Anno di pubblicazione: 2024
Numero pagine: 180
Copertina: a colori con alette
Formato: 14x21
Prezzo di copertina: euro 14,00
Spese di spedizione: euro 5,00 (raccomandata
postale tracciata)
Per contattare l’autore: Colas56@libero.it
Per contattare la casa editrice: largolibro@gmail.com
Dopo la spassosissima (e non solo) raccolta di poesie «Cilentaneidi»
(cliccare
qui per aprire la pagina dedicata), Biagio Erminigildo Gatto si misura
con la prosa e presenta un romanzo realistico in cui si mescolano vari
ingredienti: il dolore, la fede, la speranza, la delu-sione, il riscatto, il
perdono… Temi molto delicati e difficili da affrontare, ma l’autore ha stoffa e
sguardo ben concentrato su cosa vuole comunicarci.
La storia di Francesca e Paolo attraversa varie fasi,
dalla gioia più grande al dolore più acuto. La vita non risparmia loro prove
che farebbero disperare e naufragare chissà quante persone. Loro vacillano,
cadono rovinosamente, ma sanno guardare oltre e imparare le lezioni,
oltrepassando anche pesanti rimorsi.
C’è decisamente molto da imparare, dalla lettura di
“Redento - Una vita per una vita”. L’autore ci offre un romanzo denso, ricco di
particolari che vogliono cogliere più sfumature possibili della complessità
emotiva e sentimentale che guida i vari protagonisti. Ci sono tanti aspetti
della quotidianità che non possono essere compresi da una visione limitatamente
egoistica della vita: occorre sforzarsi di notare tutti i vari aspetti, anche
quelli apparentemente più lontani e sfuggenti. Solo così i “perché?” trovano
una risposta soddisfacente, seppur nessuna risposta può cancellare certi dolori
o le amarezze di rovinose sconfitte.
Scrive, tra l’altro, Anna Maria Speranza: «Il vissuto
dei protagonisti della storia è filtrato dalla sensibilità dell’autore, ogni
pagina è un invito a cercare il bene anche laddove si incunea il male; le prove
più dure possono essere tradotte in occasioni per migliorarsi, perché il dolore
diventa esperienza costruttiva (…).»
Abbiamo tutti bisogno proprio di questa “costruzione”,
e «Redento» è un’ottima occasione per ricordarlo.
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