Il libro della settimana

lunedì 22 giugno 2020

Nicola Manicardi - Umiltà degli scarti






Autore: Nicola Manicardi
Titolo: Umiltà degli scarti
Editore: L’ArgoLibro
Prefazione di Giulio Maffii
Collana “Agorà” curata da Nicola Vacca
In copertina: fotografia di Rino Scarpa (www.rinoscarpa.myportfolio.com)
Anno di pubblicazione: 2020
ISBN 978-88-94907-89-6
Numero pagine: 106

Formato: 13x20
Prezzo di copertina euro 14,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore: nicolamanicardi@gmail.com
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 

Dopo l’inaugurazione con «Sotto una montagna di carte» di Giuseppe Battaglia (qui la pagina dedicata), la collana «Agorà» diretta da Nicola Vacca ci dona una nuova perla: «Umiltà degli scarti» del poeta modenese Nicola Manicardi.
Come sottolinea nella sua introduzione il poeta Giulio Maffii, la poesia di Manicardi «è una continua, assidua ricerca di domande in un mondo all’apparenza concreto, contenitore di un “nulla” che si trasforma in vita quotidiana». La parola forte, concreta, colpisce l’apparenza della quotidianità con il desiderio dell’artista di andare oltre, di “vedere” cosa c’è al di là dei veli superflui.
I paesaggi urbani, personali e collettivi al tempo stesso, si susseguono in versi di rara intensità, spesso rivelatori di pesi difficili da sopportare: “Questo giorno di pioggia / mi entra nel corpo / con tutto il suo cielo.” L’artista è consapevole del suo “compito-bisogno” di ricercare ininterrottamente la verità di cui tutti abbiamo bisogno: una verità parziale, mai definitiva né definitivamente illuminante, ma non per questo meno valida. Al contrario, la ricerca incessante e coraggiosa nobilita uno sforzo (artistico, ovviamente, ma non solo) consapevole della sua stessa necessità.
Lo stile di Manicardi è asciutto, essenziale, ripulito da orpelli che in queste pagine non trovano spazio. Poesia da leggere e rileggere, quella di «Umiltà degli scarti», capace di toccare dense profondità con una leggerezza che scuote il lettore senza angosciarlo. Il peso dei giorni e delle notti va affrontato, in qualche modo, ma senza lasciarsene travolgere.
La struggente «Ricordiamoci dei padri» si chiude con questi versi: “Ricordiamoci che nulla dura / e che neppure il vento / sa cancellare né far tornare”. Siamo in questo vento, a metà strada tra la certezza solida e l’oblio, e se ne siamo coscienti possiamo imparare tanto, tantissimo. Soprattutto grazie all’arte vera.


«La poesia ha una sua urgenza. Agorà ne racconterà tutte le sfumature entrando nel vivo delle questioni letterarie e umane. Perché la poesia prima di tutto è il modo di essere qui e ora. I poeti a cui guarderò devono avere il coraggio di osare e pronunciare parole a garanzia dell’uomo.» (Nicola Vacca)

Clicca qui per leggere la recensione di Martino Ciano su "Gli Amanti dei Libri"

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