giovedì 6 aprile 2017

Le interviste di Nello Amato: Riccardo Sanna

Le interviste di Nello Amato


Fare poesia oggi
Intervista a Riccardo Sanna

Innanzi tutto vuoi spiegarci chi sei, da dove vieni e cosa fai nella vita e perché hai scelto di pubblicare la tua opera con L'Argolibro.
Mi chiamo Riccardo Sanna, sono nato a Roma nel 1966; secondo di tre fratelli, ho iniziato giovanissimo a girare il mondo con tutta la famiglia per seguire mia madre nella carriera diplomatica. Ho vissuto in Sud Africa, Belgio, Francia e Principato di Monaco: ho frequentato scuole alternando compagni e lingue, esperienza preziosa per la mia crescita personale e professionale che ha alimentato e affinato la passione per la Poesia e per la scrittura. Rientrato a Roma, mi sono diplomato al Di Vittorio; la mia strada tuttavia era scritta e mi ha condotto ad assecondare l'ambizione di raccontare e raccontarmi, appunto, scrivendo. Numerose sono le Poesie che fin da ragazzo ho composto, raccolte in volumetti di nicchia e di buon successo. Mi dedico all'attività di traduttore, sono autore di testi di canzoni e, curioso di mondo e persone, collaboro con "Il Fatto Quotidiano" pubblicando articoli su vari temi di attualità. Nutro un moderato amore per il calcio di cui descrivo bellezze e miserie. Con "L'ArgoLibro" ho intrapreso un cammino letterario dal 2013, perché convinto delle loro capacità nonché dall'amicizia che mi lega a Francesco Sicilia e Milena Esposito, conoscitori attenti dell'universo della Poesia e della Letteratura.


Un intellettuale ha affermato: "Sono venuta alla conclusione che la Poesia è davvero una sfida, una <fede> ultima di una deontologia fuori moda, non più avvertita, ma non del tutto stremata, né inquinata, che una missione di trascendenza fa salda nei cuori e nella mente di pochi adepti, di cui non abbiamo consapevolezza alcuna. Vi è dentro di noi un tarlo, o piuttosto un folletto che ci grida e ci prospetta la follia di pochi attimi di luce, che resteranno a trascrivere la nostra storia". Cosa vuol dire fare poesia oggi? È un rifugio? Una nicchia dove ripararsi dalle temperie contemporanee? È un piano predestinato per dare quel minimo di eternità che disperatamente si va cercando?
Per me fare Poesia è vivere: vivo scrivendo. Scrivere è la mia vita, il mio nutrimento. Gioco con le parole, le accarezzo, le amo; intreccio pensieri, immagini, ricordi, emozioni e li adagio in mente e cuore, spartiti su cui musicare versi. Sì, fare Poesia è tutto questo: rifugio, culla e speranza di eternità. 


Cosa significa Via del Grano 18? Perché questo titolo?
In Via del Grano, a Cerveteri, c'è un meraviglioso vigneto che la scorsa estate ho voluto fotografare. Un luogo straordinario che fa riferimento al grano là dove proprio il grano è assente...ed il contrasto titolo/immagine ha esaltato l’ “accipicchia!” del mio cuore (qui trovate la pagina dedicata).

L’informatica e la telematica, il tecnicismo di una società in pieno declino immaginativo ci stanno inducendo a credere a volte che il tempo del poeta si sia esaurito, surclassato dagli strumenti e musiche telematiche globalizzate. Condividi questa opinione di molti?
Sai, io talvolta amo scrivere con carta e penna: mi piace l'odore del quaderno e dell'inchiostro, quindi non sono un accanito sostenitore della tecnologia. Ho comunque una pagina Facebook ed un sito (www.riccardosanna.com) dove condivido Poesie e pensieri. Credo che in troppa rete ci si possa impigliare, tuttavia non possiamo fermare le lancette del tempo.

Un importante intellettuale disse: "La letteratura è vita". È ancora attuale questo motto?
La vita è Letteratura in ogni dove: in casa, per strada o seduti su una panchina. Letteratura è narrazione, diario della nostra quotidianità.

Hai un poeta preferito? Se sí, ricordi un verso che puoi condividere con noi?
Il più Grande: Giacomo Leopardi. "Sonavan le quiete stanze e le vie dintorno al tuo perpetuo canto, allor che all'opre femminili intenta sedevi assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi". (A Silvia)

Scrivi solo poesie o sei anche un romanziere?
La mia prima opera è un romanzo: Ciao Vita, Ciao Amore! (qui la pagina dedicata). Quindi un saggio e varie raccolte di Poesie. Mi sto dedicando alla stesura di un libro di favole e ho nel cassetto tracce di romanzi futuri. 


Una domanda molto comune che può sembrare banale: quanto c'è di tuo in quello che scrivi?
Come ogni scrittore parlo spesso di me. Offro a chi mi legge la possibilità di riconoscersi e d'interpretare parole e versi.

Se per concludere ti chiedessi un verso o un'aforisma o una dedica rivolta ad un aspirante poeta, cosa gli scriveresti?

Gli dedicherei "poeta oltremoda": Sono un poeta oltremoda. Composto – con posto e pasto fissi, seduto sopra la penultima sedia del mio mondo al contrario -, compongo versi a campare la vita. Sfoglio fogli e foglie dell’autunno zafferano, rendendo grazie, con garbata riverenza, alle estati intrecciate a paglie luccicanti, pepite nei mari di campi fienati. Sorvolo primavere con filastrocche e rondini, mentre lascio alle spalle fiocchi d’inverno a svanire leggeri. Sparo dritto al cuore, Cupido mai tiepido, cupo il giusto e allegro un tanto a sogno. Appunto – a punto, appunto! – ogni parola che l’anima alleggerisce oltre la staccionata della sua e cerco lettere scrocchiarelle da far assaporare a chi è affamato di curiosità. Sono una carovana d’idee, cowboy di quaderni antichi marchiati a inchiostro, infinito rodeo di rime a cavalcar le notti insonni e suonatore maldestro di pensieri a fisarmonica. Sono un poeta oltremoda, la p piccina piccina, perché di grandi e grosse ce n’è pure troppe…


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