Autrice: Sandra Ludovici
Titolo: Passi nel labirinto
Editore: L’ArgoLibro
Editore: L’ArgoLibro
Prefazione di Angela Nese
Collana: La Piuma del Poeta
Collana: La Piuma del Poeta
Anno di pubblicazione: 2018
Numero pagine: 72
Copertina: in cartoncino, sovraccoperta a colori con alette
Numero pagine: 72
Copertina: in cartoncino, sovraccoperta a colori con alette
Formato: 16x24
Prezzo di copertina euro 10,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Codice ISBN 978-88-94907-60-5
“Ogni passo nel labirinto, dunque, può
essere incerto, straziante, ma il poeta è colui che sa portare a termine il suo
cammino e, quando è necessario, sa anche guardare negli occhi l’essere
mostruoso che può annidarsi nell’ombra.”
Conclude con queste parole la sua
introduzione, la scrittrice e critico letterario Angela Nese. Parole che
pesano, le sue, nella loro netta precisione. Proprio come nelle poesie di
Sandra Ludovici, dove la “grande quantità” si accompagna comunque ad
un’inequivocabile sensazione di essenzialità. “Non una parola di meno!” di
quelle pronunciate, potremmo esclamare dopo un’attenta lettura di questa e
delle tante precedenti sillogi di Ludovici.
Si parla e si scrive di passi necessari,
e lo sono senz’altro, in una quotidianità che troppo spesso diventa
labirintica. Ma cos’è il labirinto, oggi? Dove, in cosa possiamo riconoscerlo?
Forse nella miriade di stimoli, di “bombardamenti mediatici”, di ininterrotti
stimoli che si presentano – tutti, nessuno escluso – come essenziali (ma lo
sono davvero?).
“Il cuore s’è ingannato da sé, / senza il fardello
d’obbligo a legame, / s’è foggiato nel piacere del bisogno, / venuto a galla in
gara con la sorte.” (da “Qua e là”). L’analisi di Sandra è
prima di tutto auto-analisi, che, come tale, per essere efficace, abbisogna di
profondissima umiltà ad ogni passo, ad ogni nuova visione. Il rischio costante
è quello di “definirsi da sé” voce comune, dimenticando che tale, prezioso “titolo”
viene sancito da chi alla poesia si avvicina, attento e partecipe. Questa voce
è senz’altro voce comune, lo riconosciamo noi lettori. Persi nei meandri
labirintici della quotidianità, possiamo riconoscere in ogni poesia un potente
fascio di luce illuminante strade, anfratti, recessi.
Sì: abbiamo bisogno di poesia, di grande
poesia.
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