Ecco una nuova proposta di Giulio Ripa.
L’ultima poesia di Pasolini tradotta dal friulano in italiano
(dalla
raccolta di poesie “La nuova gioventù” pubblicata nel maggio 1975)
Nel
centenario della nascita di Pasolini, continuiamo a proporre preziose occasioni
di condivisione della sua opera, sempre “avanti” rispetto al tempo che ha
vissuto.
È quasi sicuro che questa
è la mia ultima poesia in
friulano:
e voglio parlare a un
fascista,
prima che io, o lui, siamo
troppo lontani.
È un fascista giovane,
avrà ventuno, ventidue
anni:
è nato in un paese
ed è andato a scuola in
città.
È alto, con gli occhiali,
il vestito
grigio, i capelli corti:
quando comincia a parlarmi,
penso che non sappia niente
di politica
e il greco contro di me;
non sapendo
quanto io ami il latino, il
greco - e i capelli corti.
Lo guardo, è alto e grigio
come un alpino.
"Vieni qua, vieni qua,
Fedro.
Ascolta. Voglio farti un
discorso
che sembra un testamento.
Ma ricordati, io non mi
faccio illusioni
su di te: io so, io so
bene,
che tu non hai, e non vuoi
averlo,
un cuore libero, e non puoi
essere sincero:
ma anche se sei un morto,
io ti parlerò.
Difendi i paletti di gelso,
di ontano,
in nome degli Dei, greci o
cinesi.
Muori d’amore per le vigne.
Per i fichi negli orti. I
ceppi, gli stecchi.
Per il capo tosato dei tuoi
compagni.
Difendi i campi tra il
paese
e la campagna, con le loro
pannocchie
abbandonate. Difendi il
prato
tra l’ultima casa del paese
e la roggia.
I casali assomigliano a
Chiese:
godi di questa idea,
tienila nel cuore.
La confidenza col sole e
con la pioggia,
lo sai, è sapienza sacra.
Difendi, conserva, prega!
La Repubblica
è dentro, nel corpo della
madre.
I padri hanno cercato e
tornato a cercar
di qua e di là, nascendo,
morendo,
cambiando: ma son tutte
cose del passato.
Oggi: difendere,
conservare, pregare. Taci!
Che la tua camicia non sia
nera, e neanche bruna.
Taci! che sia
una camicia grigia. La
camicia del sonno.
Odia quelli che vogliono
svegliarsi,
e dimenticarsi delle
Pasque...
Dunque, ragazzo dai
calzetti di morto,
ti ho detto ciò che
vogliono gli Dei
dei campi. Là dove sei
nato.
Là dove da bambino hai
imparato
i loro Comandamenti. Ma in
Città?
Là Cristo non basta.
Occorre la Chiesa: ma che
sia
moderna. E occorrono i
poveri
Tu difendi, conserva,
prega:
ma ama i poveri: ama la
loro diversità.
Ama la loro voglia di
vivere soli
nel loro mondo, tra prati e
palazzi
dove non arrivi la parola
del nostro mondo; ama il
confine
che hanno segnato tra noi e
loro;
ama il loro dialetto
inventato ogni mattina,
per non farsi capire; per
non condividere
con nessuno la loro
allegria.
Ama il sole di città e la
miseria
dei ladri; ama la carne
della mamma nel figlio
Dentro il nostro mondo, dì
di non essere borghese, ma
un santo
o un soldato: un santo
senza ignoranza,
o un soldato senza
violenza.
Porta con mani di santo o
soldato
l’intimità col Re, Destra
divina
che è dentro di noi, nel
sonno.
Credi nel borghese cieco di
onestà,
anche se è un’illusione:
perché
anche i padroni hanno
i loro padroni, e sono
figli di padri
che stanno da qualche parte
nel mondo.
È sufficiente che solo il
sentimento
della vita sia per tutti
uguale:
il resto non importa,
giovane con in mano
il Libro senza la Parola.
Hic desinit cantus.
Prenditi
tu, sulle spalle, questo
fardello.
Io non posso: nessuno ne
capirebbe
lo scandalo. Un vecchio ha
rispetto
del giudizio del mondo:
anche
se non gliene importa
niente. E ha rispetto
di ciò che egli è nel
mondo. Deve
difendere i suoi nervi,
indeboliti,
e stare al gioco a cui non
è mai stato.
Prenditi tu questo peso,
ragazzo che mi odii:
portalo tu. Risplende nel
cuore. E io camminerò
leggero, andando avanti,
scegliendo per sempre
la vita, la gioventù.
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