domenica 21 dicembre 2014

"Mimio": la recensione di Anna Giordano



Ecco la recensione che la professoressa Anna Giordano ha dedicato al libro “Mimiò, il folletto con le orecchie a punta” di Emilia Catenazzo, presentato ad Agropoli alla Libreria L’Argolibro lo scorso 12 dicembre. Qui trovate le foto dell’incontro.
Il libro è in vendita presso la Libreria L’ArgoLibro.

“Nel bel mezzo di una serata di luna piena, una scia luminosa attraversò il cielo lasciando piovere una lieve polvere azzurra ed argento che inondò sofficemente il giardino della casa di Eleonora.”
Nel leggere l’incipit della favola, il lettore è coinvolto e prova la sensazione che possa realmente vedere i bellissimi fiori del proprio giardino che sembrano ballino al ritmo di una musica immaginaria ed è attratto a seguire il corso delle avventure di Mimiò, il folletto. Si entra in una entità fantastica e precisamente in una favola narrata attorno al camino, in un’atmosfera familiare e serena, perché si sta al caldo sia nel corpo che nel cuore, così racconta la scrittrice, Emilia Catenazzo. Per chi ha il piacere di possedere un camino spesso accade che nell’osservare la fiamma della legna che brucia si prova la sensazione di uscire dalla realtà e sognare, immaginando di essere in un’altra dimensione, di un sogno che ci trasporta in un mondo fantastico e meraviglioso, certamente indescrivibile ma che rimane impresso nella nostra memoria donandoci la capacità di superare le tante difficoltà e dolori della vita attraverso il vagare della mente. E questa avventura di Mimiò porta la mente verso un’altra dimensione, parallela alla triste realtà.
Le favole nell’antica tradizione venivano raccontate oralmente ai bambini per tramandare esempi e comportamenti i cui significati avevano la funzione di educare, sollecitare a cogliere il significato pedagogico della breve narrazione,in genere espresso nella sua sequenza finale.
 Nel seguire l’umana esperienza di Mimiò è evidente che l’elemento più importante che caratterizza il pensiero e l’agire dei personaggi è il suo contenuto  implicitamente e scontatamente moraleggiante.
Questa lunga favola ha tutti gli elementi per essere definita tale, è una narrazione che tradizionalmente esprime i sentimenti e i desideri degli uomini attraverso le vicende dei suoi personaggi,per lo più animali dotati di ragione e di parola umana, tracciando un immagine in cui coesistono eventi reali e magici. In questo tipo di narrazione è indicativa la presenza degli animali dotati di virtù e di vizi degli uomini, di cui rappresentano un singolare alter ego. Il linguaggio è costituito da frasi brevi e immediate, dall’uso degli aggettivi molto efficaci volti a sottolineare le peculiarità e gli aspettispecificidei personaggi. Nel testo sono molto frequenti i dialoghi in cui si percepiscono le sfumature profonde delle parole semplici, per trasmettere contenuti essenziali e diretti per piccoli e grandi uomini.
In questo piacevole testo la lettura è molto scorrevole e coinvolgente perché  è frequente l’utilizzo strutturale della narrazione orale in cui sono messi in risalto,appunto, le classiche articolazioni e sviluppi della narrazione diretta. Si ha la percezione che l’autrice stimoli il lettore ad osservare e a comprendere che i personaggi, gli avvenimenti, le cose e gli ambienti abbiano significati essenziali per riflettere e comprendere il vero significato della favola, della realtàdella vita. Attraverso la narrazione infantile ed una comune capacità sensoriale, dominante nei fanciulli, anche l’adulto si sente partecipe agli eventi e degli indirizzi validi, agiti dai personaggi della favola. Esempi di comprensione ed aiuto ai più deboli divengono elementi essenziali di vita condivisa e felice.
 Per i bambini tutto è più semplice ed immediato, è normale che il folletto Mimiò esca da un libro, che è la sua casa con i suoi amici e le sue avventure, e si trovi tra le mani di una dolce bambina che non può accarezzalo altrimenti scomparirebbe. Lo spiritello che è avvezzo a girellare per gli spazi aerei, segue con interesse tutto ciò che gli accade intorno amando mescolarsi tra la bambina Eleonora, la nonna Brigida e il gatto Lucifero. Mimiò, nell’aspetto luminoso e giocoso, vestito di una graziosa tutina, coperto da un berrettino da cui escono le orecchie a punta, rappresenta la personificazione dell’eterna fanciullezza dello spirito che si esprime nell’amore appassionato per la danza e per la musica e agendo a volte con dispetti e burle. Ma con la bambina e con la nonna, il folletto diviene una creatura servizievole e amabile. Con la sua infantile giocondità conosce il futuro, sa leggere nel pensiero ed è provvisto di polverina magica dalle varie funzioni ed impara anche a conoscere il calore dell’affetto e della bontà quando si troverà nel dolce e sereno ambiente familiare di Eleonora. Ma Mimiò è anche un sogno che accompagna i bambini finché non diventano grandi e non seguono più la fantasia, i giochi e i mondi fantastici, e così ritorna nel libro delle favole.
Gli animali, come già precedentemente rilevato, dominano la narrazione divenendo anche loro principali protagonisti soprattutto in uno zoo, nel luogo più infelice e triste che possa esistere, in cui sono rinchiusi nelle gabbie smarrendo la propria personalità e distinzione, soffrendo e rammaricandosi dei luoghi di origine ormai perduti. Parlano tra di loro e sono aiutati dal folletto per poter raccontare il proprio disagio e la propria difficoltà al responsabile del circo, luogo di divertimento e di svago solo per gli uomini.
L’amicizia, la pazienza, la generosità, la sincerità sono valori dominanti e presenti nei  protagonisti della favola, sentimenti che dovrebbero esistere sempre, anche nell’ambiente in cui sono costretti a vivere. E come accade nelle forme arcaiche delle favole, l’avventura nel mondo degli umani di Mimiò si conclude con la formula “il racconto insegna che” rafforzandone il valore di esempio morale.
Questo testo stimola a ricercare situazioni e condizioni analoghe nei propri simili, per interpretare e comprendere con più cura la realtà in cui si vive. Ci si sofferma nel ricordo dei racconti dei nonni che ci raccontavano tante storie meravigliose, con i loro sorrisi e la loro dedizione verso i piccoli di casa, rimanendo sempre nel nostro cuore. La lettura delle avventure di Mimiò stimola la nostalgia dell’infanzia, dell’ingenuità nel credere all’esistenza di mondi fantastici che rimangono sempre nella memoria che si rinnova sempre anche attraverso questo grazioso e piccolo testo che riempie il lettore di dolcezza e speranza negli uomini. Il messaggio conclusivo della favola è sempre quello di saper e dover riflettere, di avere la capacità di agire possibilmente con amore e con serenità attraverso l’utilizzo tenace del proprio cuore, conservando sempre almeno un briciolo di immaginazione per poter vedere sempre il mondo a colori.

Anna Giordano

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