lunedì 25 luglio 2016

Marco B. Cosma Vinci - Al crepuscolo



Autore: Marco B. Cosma Vinci
Titolo: Al crepuscolo
Editore: L’ArgoLibro
Collana: La Piuma del Poeta
Anno di pubblicazione: 2016
Numero pagine: 80
Formato: 16x24
Prezzo di copertina euro 10,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Codice ISBN 978-88-98558-76-6
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 
Per contattare l’autore poesia@marcovinci.it

Densità, concretezza: potrebbero essere, queste, due parole-chiave per accostarci consapevolmente alla poesia di Marco Vinci. Una poesia  certamente complessa, non “immediata”, da scoprire con letture e ri-letture capaci di farci accorgere, ad ogni accostamento, di un nuovo particolare, di una nuova sensazione suscitata.
La grande arte è “eterna” (cioè: è in grado di travalicare i confini dello spazio e del tempo) perché sa parlare al cuore di donne e uomini di ogni tempo, di ogni epoca, toccando corde universali che non sono legate ai confini angusti del “qui e ora”.
Questo è il “miracolo” dell’arte, che riguarda anche la poesia, quando si tratta di poesia che travalica il “qui e ora” di chi scrive. Le tracce scritte hanno un valore particolare, in questi casi, perché grazie ad esse il lettore si rende conto di ciò che è davvero essenziale, nella quotidianità così come nella “visione generale” della vita: la vicinanza, l’essenza oltre le difficoltà, l’attenzione.
Ne “Al crepuscolo” l’autore scrive della vecchiaia, dei tanti problemi ad essa collegati, di vari “pesi cronici” imposti dalla vita, ma il suo sguardo è estremamente lucido, concentrato, così c’è spazio – ed è un ampio spazio – per importanti considerazioni, per ricordi costruttivi, per speranze quotidiane “piccole”.
Il senso della scrittura è nel suo allungarsi, protrarsi oltre chi l’ha generata. La scrittura di “Al crepuscolo” è al tempo stesso intima e universale, interiore ma anche partecipe delle umane vicissitudini. Tra i tantissimi pregi di questo artista, va sottolineata anche la sospensione del giudizio, ed è formidabile la chiusa della poesia “Marea di scritti improvvisati”, che si rifà agli “immancabili” articoli giornalistici che stigmatizzano la “troppa” produzione artistica. Marco Vinci così conclude: “Siamo sullo stesso barcone carico di “scriventi” / migranti da un mondo reso inospitale anche da / protervi sedicenti detentori di verità vaneggiate.” Come dire: impariamo davvero a prestare attenzione all’ “altro da ”, se vogliamo comprendere l’essenza del mondo.
Lo afferma un grande artista, e un grande artista è sempre un prezioso, insostituibile frammento della coscienza universale.

Nessun commento:

Posta un commento