Autore: Enrico Improta
Titolo: Petali di Rosa
Editore: L’ArgoLibro
Editore: L’ArgoLibro
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 84
Copertina: a colori con alette
Numero pagine: 84
Copertina: a colori con alette
Formato: 14,5x21
Codice ISBN: 978-88-94907-61-2
Prezzo di copertina euro 10,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore: enrico.improta@libero.it
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore: enrico.improta@libero.it
“Rapiti dal vento / lasciano il sepalo / per nuovi
destini. / Tra foglie morte / o sulla sponda d’un ruscello / per regalare l’ultimo
profumo.”
Con questi versi Enrico Improta, diacono
permanente, ci invita alla lettura di questo suo agile saggio, nel quale
affronta vari argomenti legati alla quotidianità di tutti noi. Le sue sono
riflessioni precise, circostanziate, scaturite – anche – da una lettura attenta
e consapevole di quel “mare magnum” che è la rete internet, fonte inesauribile
di notizie ma anche di falsità, “fake”, opinioni fin troppo urlate ma senza
alcun fondamento.
In queste pagine, invece, l’autore ci
propone un punto di vista saldamente cristiano, ma non per questo lontano da un
modo di sentire laico. Al contrario, questo saggio ci dimostra una volta di più
quanto il messaggio religioso sia attuale: condivisibile o no, come tutti gli
altri messaggi, ma certamente in grado di dare risposte e orientamenti concreti
anche all’uomo di oggi.
Illuminante l’introduzione: «La visione
cristiana di Enrico Improta si spinge subito oltre il pericolo (sempre
possibile) di cadere nella banalità, nel “già detto e ridetto”, nel proporci
invece una lettura delle Scritture sicuramente funzionale alle idee che l’autore
desidera condividere. Nella breve nota introduttiva, l’autore spiega che si
tratta di riflessioni raccolte negli anni e ci offre la sua visione di una rosa
i cui petali possono essere nutriti e abbelliti da un approccio costruttivo e
coraggioso ai problemi, oppure sporcati e rovinati dall’indifferenza, dall’odio,
dall’incapacità di reagire a ciò che ci opprime.»
Su tutto, non manca il "senso" religioso che riempie, giustifica e, in ultima analisi, gratifica. Non è un caso che a chiudere l'opera sia una riflessione di Gandhi: «Un uomo può uccidere un fiore, due fiori tre... Ma non può contenere la primavera.»
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