Autore: Salvatore
Cocchiaro (Alba Di Spartaco)
Titolo: Annuccia di
Torchiara
Prefazione di Massimo
Farro
Editore: L’ArgoLibro
Anno di pubblicazione: 2024
ISBN 979-12-80205-87-2
Numero pagine: 280, a
colori e in bianco e nero
Formato: 15x21
Prezzo di copertina: euro
15,00
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spedizione comprese nel prezzo (busta raccomandata tracciata)
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Il totale ricavato della
vendita della prima edizione va all’Associazione “La Panchina - Giornata per
la Vita e per Vito” che ha sede ad Albanella (SA). Cliccate
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“Annuccia di Torchiara” è
opera complessa, ricchissima di argomenti trattati, intensa come la vita di chi
l’ha scritta; Salvatore Cocchiaro, che usa lo pseudonimo di Alba Di Spartaco (nel
libro spiega il perché), ci parla di decenni trascorsi nella politica, nel
mondo dei sindacati, nell’universo di Poste Italiane, e soprattutto di una
storia d’amore che ha conosciuto le vette della sintonia profondissima e il
baratro del distacco forzato dovuto alla morte.
La vita di tutti è
attraversata da gioie profonde ma anche da dolori lancinanti, spesso
improvvisi.
Che lezioni possiamo
trarre dalle esperienze? Questo libro ci dona non poche risposte. Sono pagine che
descrivono efficacemente una vita vissuta con intensità ed entusiasmo, ma con
la parola scritta non mancano le occasioni di riflessione, che l’autore riporta
man mano nello scorrere del raccontarsi e raccontare.
Si può essere d’accordo o
no con le idee e le prese di posizione di Salvatore, ma una cosa è certa: le
sue scelte sono sempre guidate da un profondo senso di onestà e di limpidezza. Prova
rabbia quando le idee comuniste vengono abbandonate da un partito che di fatto
decide di snaturare se stesso, e prova rabbia quando si accorge che nell’ambiente
di lavoro non mancano dirigenti né lavoratori che non sanno o non vogliono
guardare al di là del proprio naso. E rabbia, tanta, la prova quando è
costretto impotente ad assistere alla morte della donna amata per una grave
malattia. Ma chi ha lo sguardo allargato, e l’autore lo possiede, non si ferma al
dolore che paralizza. Riesce ad andare oltre, a guardare anche altro. Può essere
una capacità legata ad una fede genuina, ma non necessariamente.
Di certo “Annuccia di
Torchiara” coinvolge dalla prima all’ultima pagina e, a fine lettura, permane
la voglia di voler riflettere su ciò che si è letto.