Sta finendo
il centenario dalla nascita di Pasolini. Poco ricordato e male interpretato.
In un’era
di drammatica confusione sottolineo tre pensieri di Pasolini, unico intellettuale
italiano che anche da morto è molto più vivo di tutti gli altri.
(Giulio
Ripa)
Non posso più credere alla
rivoluzione, ma non posso non stare dalla parte dei giovani che si battono per
essa. È già un'illusione scrivere poesia, eppure continuo a scriverne, pure se
per me la poesia non è più quel meraviglioso mito classico che ha esaltato la
mia adolescenza. [...] Non credo più nella dialettica e nella contraddizione,
ma alle pure opposizioni. [...] Tuttavia sono sempre più affascinato da
quell'alleanza esemplare che si compie nei santi, come san Paolo, fra vita
attiva e vita contemplativa.
Citato in Marco Antonio
Bazzocchi, “Pier Paolo Pasolini”, Bruno Mondadori, Milano, p. 34. Citato anche
in Francesco Cataluccio, “Ripensando Pasolini”, ilPost.it, 30 ottobre 2015.
Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo
senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la
partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso... Ma sono tutte
iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada
maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà
forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo
percorrerà, e come.
Da Luisella Re, “Pasolini: Il
nudo e la rabbia”, Stampa sera, 9 gennaio 1975
Il futuro non appartiene né ai vecchi cardinali, né ai vecchi uomini politici,
né ai vecchi magistrati, né ai vecchi poliziotti, Il futuro appartiene alla
giovane borghesia che non ha più bisogno di detenere il potere con gli
strumenti classici; che non sa più cosa farsene della Chiesa, la quale, ormai,
ha finito genericamente con l'appartenere a quel mondo umanistico del passato
che costituisce un impedimento alla nuova rivoluzione industriale; il nuovo
potere borghese infatti necessita nei consumatori di uno spirito totalmente
pragmatico ed edonistico: un universo tecnicistico e puramente terreno è quello
in cui può svolgersi secondo la propria natura il ciclo della produzione e del
consumo. Per la religione e soprattutto per la Chiesa non c'è più spazio.
Da “Il «folle» slogan dei
jeans Jesus”, 17 maggio 1973; p. 21