1922
– 2022
Centenario
della nascita di Pier Paolo Pasolini
La prima parte della
poesia di Pasolini è in friulano, la seconda parte è in italiano. La traduzione dal friulano
all'italiano è riportata in fondo con il simbolo (*). La frase "che sono i
leaders dell’Acculturazione e non solo" è solo l'inizio della seconda
parte della poesia scritta in italiano.
Agli studenti
greci, in un fiato
Dal 14 al 17 novembre
1973 ebbe luogo la rivolta del Politecnico di Atene, finché la repressione non
la soffocò nel sangue, dopo che un carro armato ebbe sfondato i cancelli
dell'Università. Nello stesso momento questo fu l'inizio della fine del regime
dei colonnelli.
La poesia di Pasolini Agli
studenti greci, in un fiato (pubblicata il 30/11/1973) si trova nella
raccolta di poesie italo-friulane “La nuova gioventù”, sezione Tetro
entusiasmo.
Ai Studens Grecs Ta Un Flat
Agli studenti greci, in un fiato
Recuardàisi, zòvins vifs (i no parli
a chej muàrs) ch’al è zòvin encia
il timp, par vualtris. Cà a vi vuàrdin
coma vecius chej ch’a àn la vustra cosiensa
insièmit cu la vustra etàt. Un dì,
che par chis’cius vustris fradis al è vuei,
i savarèis encia vu che il pèsul nemìc
ch’al vi firìs e al vi copa, al è miej
di chej ch’a comandin in chistu gris
dì da l’avignì. I Fassis’c a no tocin
l’anima. Jo i sai che tal me paìs
par vinc’ àins a àn provàt: ma bocis
e òmis a son restàs chej di duciu i sècui.
Copàju, metèju in preson, coma
ch’a fan lòur. A son pucs. Si secin
e a tornin a cressi coma la grama.
Il pòpul al era il furmìnt ch’a no’l mòur.
Adès al scumìnsia a murì. Qualchidùn
a à tociàt la so anima. Bocis e òmis
a vivin, brus e tris’c, coma ta un siùn.
A son coma màs, a no cognossin pietàt,
a zirin blancs di musa coma rinegàs,
par chel puc di richessa e libertàt
che forsi àn vulùt, ma no si son vuadagnàs.
A ghi l’àn data, e no par bon còur,
i vecius Antifassis’c ch’a son i vèir Fassis’c... (*)
vedi traduzione in Italiano
che sono i leaders dell’Acculturazione e non solo
toccano le anime, ma se le succhiano al Centro
come vampiri, lasciando i corpi coperti d’ombra
e tisi bianca, megere con gran chiome merdose,
con nessun altro amore che verso il Motore,
perché no? che fare del Sesso in permesso?
Stringono la ragazza intorno alla vita
per chilometri e chilometri e poi
cadono svenuti per lo sforzo.
I Nuovi Fascisti lanciano la Coppia.
Il Figlio invece è lasciato cadere, provvedono
a nutrirlo con la sonda preti dal fare brutale
parlando in chiesa un italiano sentimentale
che fa venire il latte alle ginocchia.
Ὺμήν, Ὺμήναι, ᾧ!
Papadopulos
e Almirante che stanno arrovinati convolano
a sozze nozze: che s’in... in pace.
Il mondo di una volta è intorno a loro.
Matura nei campicelli tra le pietraie il grano,
col silenzio e il canto delle cicale:
è lì che nascono i figli obbedienti, i soldati,
e gli eroi come quelli tra voi che sono morti.
(*) Ricordatevi, giovani vivi (non parlo
a quelli morti) che è giovane anche il tempo, per voi. Qui vi guardano come dei
vecchi quelli che hanno la vostra coscienza insieme con la vostra età. Un
giorno, che per questi vostri fratelli è oggi, saprete anche voi che il peggior
nemico, che vi ferisce e vi uccide, è meglio di coloro che comandano in questo
grigio giorno dell’avvenire. I Fascisti non toccano l’anima. Io so che nel mio
paese per vent’anni lo hanno tentato: ma ragazzi e uomini sono rimasti quelli
di tutti i secoli. Ammazzateli, metteteli in prigione, come fanno loro. Sono
pochi. Si seccano e ricrescono come la gramigna. Il popolo era il frumento che non
muore. Adesso comincia a morire. Qualcuno ha toccato la sua anima. Ragazzi e
uomini, vivono, brutti e cattivi, come in un sogno. Sono come pazzi, non
conoscono pietà, girano bianchi in faccia come rinnegati, per quel po’ di
ricchezza e libertà, che forse hanno voluto, ma non si sono guadagnati.
Gliel’hanno data, e non per buon cuore, i vecchi Antifascisti che sono i veri
Fascisti...
(Su segnalazione di Giulio Ripa)