giovedì 9 gennaio 2025

Sandra Ludovici - Patchwork (Di vita e d'amore)

 


Autrice: Sandra Ludovici

Titolo: Patchwork (Di vita e d’amore)

Editore: L’ArgoLibro

Collana: La Piuma del Poeta

Prefazione di Angela Nese

Anno di pubblicazione: 2024

Numero pagine: 64

Copertina: in cartoncino, sovraccoperta a colori con alette

Formato: 16x24

Prezzo di copertina: euro 10,00

Spese di spedizione: euro 5,00 (raccomandata postale)

Per info e ordini: largolibro@gmail.com       

Per contattare l’autrice: sludovici99@gmail.com

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L’inesauribile penna di Sandra Ludovici chiude il 2024 con un’altra raccolta di grandissimo pregio, ricca di parole che si fanno suono, leggerezza, dolore, luce, ricerca… e tanto altro ancora. Sì, perché nelle poesie di questa autrice c’è un “tanto” che non è possibile avvicinare in tempi brevi, ristretti, veloci. È noto che, in generale, la poesia ha bisogno di essere attraversata senza fretta, è un linguaggio diverso dalla prosa discorsiva. Questa regola vale anche per i testi di Sandra Ludovici, che si alimentano con (anche) con termini desueti e accostamenti arditi: c’è un fascino prorompente che ha bisogno di un incedere calmo, da parte del lettore. È necessario soffermarsi su un singolo termine anche per lungo tempo per ascoltarne il “suono” e per comprendere cosa vuole comunicarci.

Nell’introduzione, Angela Nese, che segue da anni questa autrice, scrive: «La luce e le sue molteplici sfumature sono filo conduttore importantissimo per comprendere l’opera, al punto che si potrebbe immaginare la raccolta come un patchwork di luci e fiamme di diversa intensità, più chiari e forti quelle collegate al passato, all’amore, alla poesia, flebili quelle della vita presente.» La Ludovici è maestra di gradazioni, di sfumature, di verità sottili che – come fiori delicati – offrono la loro fragranza a chi si accosta con rispetto.

A inizio anno nuovo, l’augurio è che sempre più persone scoprano il valore della lentezza.

mercoledì 8 gennaio 2025

"I 2Mila Segnalibri" vi augurano uno splendido 2025

 





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“I 2Mila Segnalibri” vi augurano un nuovo anno all’insegna dell’arte, della cultura, di nuove conoscenze.

Nel primo numero del 2025 trovate:

- l’opera di Dany Capo;

- due colonne dedicate all’antispecismo e alla difesa della natura;

- la recensione del romanzo “Storia di Laura – La rinascita della magia nel Cilento” di Maria Sara Gorga;

- le poesie di Teresa Palladino e Arturo Onofri;

- la recensione di Giuseppe Salzano per la sua rubrica “Leggendo…” (qui il sito personale dell’autore);

- la rubrica “Sorridendo… Riflettendo”;

- spazio dedicato alle pubblicazioni de “L’ArgoLibro”: «Racconti in libertà» di Antonio Montuori, «Leggendo» di Giuseppe Salzano e una nuova traduzione del grande classico «Il ritratto di Dorian Gray» curata da Francesca V. Nigro; cliccate qui per visitare il nostro ricco Catalogo online; regalatevi e regalate i nostri libri, sostenete l’editoria indipendente!

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domenica 5 gennaio 2025

Buona Epifania da "L'ARGOLIBRO"!

 


Durante il mio viaggio, ho conosciuto una vecchia signora molto simpatica che amava tanto le fiabe. Sapendo come io cercassi inutilmente la Befana, senza mai trovarla, per consolarmi mi ha regalato un bel libro di racconti.

Uno di questi racconti, scritto da un famoso scrittore per grandi, Piero Bargellini, con mia grande gioia, narrava di quella volta che Gennaio, il primo figlio dell’Anno, ospitò in una notte di bufera una misteriosa vecchietta che, il mattino dopo, gli riservò una grande sorpresa.

Questo racconto mi è piaciuto così tanto che l’ho ricopiato qui per voi.

“Ormai la neve aveva occupato la terra, il gelo spesso e duro formava come una corazza lucida sul suolo. Tra gli alari del camino bruciavano i ceppi.

Gennaio non si lamentava di nulla. Sbrigava i lavori attorno a casa, poi, sulla sera, si metteva nel canto del fuoco a raccontare novelle.

Una notte sentì battere all’uscio. Aprì senza chiedere neppure chi fosse. Fuori imperversava una tempesta di neve e, tra il volteggiare dei fiocchi bianchi, Gennaio si trovò dinanzi una vecchina curva e intabarrata in un grande scialle nero.

– In giro con questo tempo da lupi! – esclamò Gennaio facendola entrare.

La vecchina sorrise. Si scrollò di dosso la neve e rispose:

– È il mio mestiere.

Gennaio non era curioso. Perciò non chiese alla vecchina né di dove venisse, né dove andasse. L’aiutò, invece, a togliersi dalle spalle lo scialle bagnato e l’accompagnò verso il fuoco.

– Venite, nonnina – le diceva premuroso. – Riscaldatevi. Ecco, mettetevi qui vicino alla fiamma. Toglietevi gli zoccoli. Anche le calze sono tutte bagnate. Volete cambiarle?

Così dicendo corse al suo cassettone. Prese le due più belle calze che avesse e le porse alla vecchina.

– Non fate complimenti, nonnina. Coi piedi umidi si prendono le infreddature.

– Grazie, figliolo! – diceva la vecchina commossa.

– Avete bisogno di prendere qualcosa di caldo? Una tazza di latte? Non abbiate riguardo.

– Grazie, figliolo – rispondeva la vecchina – tu sei veramente gentile.

– Ora vi metto un po’ di fuoco a letto, andate a riposarvi presto.

– Grazie, figliolo, tu sei buono.

La vecchina ringraziava sempre sorridendo. Quando fu a letto, Gennaio le rimboccò le coperte.

– E ora dormite. Domattina vi sveglierò io quando è l’ora di colazione. Buonanotte, nonnina!

– Buonanotte, figliolo caro!

Gennaio spense il lume e si recò nella sua camera. Dormì tranquillamente come il solito, mentre fuori fischiava la bufera.

Quando dalle imposte piene di neve filtrò un po’ di luce bigia e scialba, Gennaio saltò dal letto. Si vestì e bussò alla camera della vecchina. Nessuno gli rispose. Aprì pian piano l’uscio. Il letto era rifatto come se nessuno vi avesse dormito.

Scese in cucina. Della vecchina nessuna traccia. Si accostò agli alari per accendere il fuoco e dalla cappa del camino vide penzolare le calze che la sera avanti aveva prestato alla vecchina.

Ma non pendevano vuote e flosce. Apparivano gonfie, piene di roba insaccata a forza.

Le staccò e con cautela cominciò a vuotarle. Erano piene di regali, di dolci, di rutta rara, di oggetti utili.

Gennaio ad ogni pacchetto dava un grido di sorpresa.

Nel puntale dell’ultima calza trovò finalmente un biglietto, scritto con un carbone spento. Diceva: “Perché sei stato buono e generoso!”

Seguiva una firma, che Gennaio stentò a decifrare.

Era la firma della Befana.”

 

(tratto da “Il grande libro della Befana” di Giorgio Mauri)