Autore: Nicola Manicardi
Titolo: Umiltà degli scarti
Editore: L’ArgoLibro
Titolo: Umiltà degli scarti
Editore: L’ArgoLibro
Prefazione di Giulio Maffii
Collana “Agorà” curata da Nicola Vacca
Collana “Agorà” curata da Nicola Vacca
Anno di pubblicazione: 2020
ISBN 978-88-94907-89-6
Numero pagine: 106
Formato: 13x20
Numero pagine: 106
Formato: 13x20
Prezzo di copertina euro 14,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore: nicolamanicardi@gmail.com
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore: nicolamanicardi@gmail.com
Dopo l’inaugurazione con «Sotto una
montagna di carte» di Giuseppe Battaglia (qui
la pagina dedicata), la collana «Agorà»
diretta da Nicola Vacca ci dona una nuova perla: «Umiltà degli scarti» del
poeta modenese Nicola Manicardi.
Come sottolinea nella sua introduzione
il poeta Giulio Maffii, la poesia di Manicardi «è una continua, assidua ricerca
di domande in un mondo all’apparenza concreto, contenitore di un “nulla” che si
trasforma in vita quotidiana». La parola forte, concreta, colpisce l’apparenza
della quotidianità con il desiderio dell’artista di andare oltre, di “vedere”
cosa c’è al di là dei veli superflui.
I paesaggi urbani, personali e
collettivi al tempo stesso, si susseguono in versi di rara intensità, spesso
rivelatori di pesi difficili da sopportare: “Questo
giorno di pioggia / mi entra nel corpo / con tutto il suo cielo.” L’artista
è consapevole del suo “compito-bisogno” di ricercare ininterrottamente la
verità di cui tutti abbiamo bisogno: una verità parziale, mai definitiva né definitivamente
illuminante, ma non per questo meno valida. Al contrario, la ricerca incessante
e coraggiosa nobilita uno sforzo (artistico, ovviamente, ma non solo)
consapevole della sua stessa necessità.
Lo stile di Manicardi è asciutto, essenziale,
ripulito da orpelli che in queste pagine non trovano spazio. Poesia da leggere
e rileggere, quella di «Umiltà degli scarti», capace di toccare dense
profondità con una leggerezza che scuote il lettore senza angosciarlo. Il peso
dei giorni e delle notti va affrontato, in qualche modo, ma senza lasciarsene
travolgere.
La struggente «Ricordiamoci dei padri»
si chiude con questi versi: “Ricordiamoci
che nulla dura / e che neppure il vento / sa cancellare né far tornare”.
Siamo in questo vento, a metà strada tra la certezza solida e l’oblio, e se ne
siamo coscienti possiamo imparare tanto, tantissimo. Soprattutto grazie all’arte
vera.
«La poesia ha una sua urgenza. Agorà ne racconterà
tutte le sfumature entrando nel vivo delle questioni letterarie e umane. Perché
la poesia prima di tutto è il modo di essere qui e ora. I poeti a cui guarderò
devono avere il coraggio di osare e pronunciare parole a garanzia dell’uomo.»
(Nicola Vacca)
Clicca qui per leggere la recensione di Martino Ciano su "Gli Amanti dei Libri"
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