Autore: Alessandro Pedretta
Titolo: CONTA FINO A ZERO
Editore: L'ArgoLibro
Anno di pubblicazione: 2013
Numero pagine: 130
Copertina: a colori, cartoncino rigido brossurato
Introduzione di A. Lasdo
Titolo: CONTA FINO A ZERO
Editore: L'ArgoLibro
Anno di pubblicazione: 2013
Numero pagine: 130
Copertina: a colori, cartoncino rigido brossurato
Introduzione di A. Lasdo
In copertina opere di Cristina Rizzi Guelfi
Foto pagine
interne: Andreas Finottis, Andrea Borrelli, Simone Robertazzi, Mattia
Indavuru e Ivan Iosapio
Formato: 14,5x21
Progetto grafico: MITO graficamito@gmail.com
Con “Conta
fino a zero”, Alessandro Pedretta si conferma artista di grandissimo livello e
spessore, nel contesto della poesia che diventa – a suo dire – non-poesia. Un “non”
che è al tempo stesso consapevolezza e provocazione, perché Alessandro è cosciente
del fatto che troppo spesso la parola scritta ha perso forza, energia, capacità
di provocare una (sana) reazione in chi legge.
Troppo
spesso la parola scivola senza lasciare traccia, forse perché è ormai abusatissima
dai linguaggi mass-mediatici, al punto che tutti ci sentiamo, ci “auto-proclamiamo”
esperti in qualsiasi campo, su qualsiasi argomento venga trattato da qualsiasi
discussione.
Leggendo “Conta
fino a zero”, così come la precedente raccolta “questanonèpoesia” (clicca qui per tutte le info), il
lettore si trova di fronte ad un’opera per molti tratti “estrema” che vuol
sfrondare tutto il superfluo per raggiungere, infine, l’essenziale.
Nell’esaustiva,
precisa introduzione di A. Lasdo, tra l’altro si legge: “ (…) la profondità dei
contenuti ammutolisce il lettore, protagonista assoluto nel ruolo di “stupefatto
e confuso esploratore”, traghettato dalle potenti e inquietanti immagini
costruite – e nel medesimo istante abbattute – da un modernissimo Hieronymus
Bosch”.
La
dissacrazione è ingrediente insostituibile per ogni poetica che voglia
provocare una reazione non banale, non superficiale, ma naturalmente anche in
questo campo abbonda il finto sdegno, la falsa indignazione. Quando tutto
procede in funzione di uno scopo ben preciso (che di solito è la ricerca di
notorietà), presto o tardi la verità viene a galla. Alessandro Pedretta,
invece, continua a scavare e “si fa scavare”, perché può a testa alta portare
avanti le proprie tesi. Condivisibili o no, come tutte le altre, ma il suo è un
percorso limpido, cristallino, esente da compromessi di convenienza.
Questo
giovane autore, attraverso vividissime pagine, ci grida la necessità dell’attraversamento
dello squallore, affinché possa poi essere possibile lasciarselo alle spalle. Se
invece durante il percorso si scende a patti, magari mascherandoli con il
comandamento onnipresente della necessità, allora qualcosa di importantissimo
viene smarrito: il senso della Verità. Leggetele e rileggetele, le tantissime
tracce di quest’opera, così da poter toccarlo ancora e ancora, questo senso.
Nessun commento:
Posta un commento