Ecco la
recensione che la professoressa Anna
Giordano ha dedicato al libro “Mimiò, il folletto con le orecchie a punta” di
Emilia Catenazzo, presentato ad
Agropoli alla Libreria L’Argolibro
lo scorso 12 dicembre. Qui trovate le foto dell’incontro.
Il libro
è in vendita presso la Libreria L’ArgoLibro.
“Nel bel
mezzo di una serata di luna piena, una scia luminosa attraversò il cielo
lasciando piovere una lieve polvere azzurra ed argento che inondò sofficemente
il giardino della casa di Eleonora.”
Nel leggere l’incipit della favola, il lettore è coinvolto e
prova la sensazione che possa realmente vedere i bellissimi fiori del proprio giardino
che sembrano ballino al ritmo di una musica immaginaria ed è attratto a seguire
il corso delle avventure di Mimiò, il folletto. Si entra in una entità
fantastica e precisamente in una favola narrata attorno al camino, in
un’atmosfera familiare e serena, perché si sta al caldo sia nel corpo che nel
cuore, così racconta la scrittrice, Emilia Catenazzo. Per
chi ha il piacere di possedere un camino spesso accade che nell’osservare la
fiamma della legna che brucia si prova la sensazione di uscire dalla realtà e
sognare, immaginando di essere in un’altra dimensione, di un sogno che ci
trasporta in un mondo fantastico e meraviglioso, certamente indescrivibile ma
che rimane impresso nella nostra memoria donandoci la capacità di superare le
tante difficoltà e dolori della vita attraverso il vagare della mente. E questa
avventura di Mimiò porta la mente verso un’altra dimensione, parallela alla triste
realtà.
Le favole nell’antica tradizione venivano raccontate
oralmente ai bambini per tramandare esempi e comportamenti i cui significati
avevano la funzione di educare, sollecitare a cogliere il significato
pedagogico della breve narrazione,in genere espresso nella sua sequenza finale.
Nel seguire l’umana
esperienza di Mimiò è evidente che l’elemento più importante che caratterizza
il pensiero e l’agire dei personaggi è il suo contenuto implicitamente e scontatamente moraleggiante.
Questa lunga favola ha tutti gli elementi per essere
definita tale, è una narrazione che tradizionalmente esprime i sentimenti e i
desideri degli uomini attraverso le vicende dei suoi personaggi,per lo più
animali dotati di ragione e di parola umana, tracciando un immagine in cui coesistono
eventi reali e magici. In questo tipo di narrazione è indicativa la presenza
degli animali dotati di virtù e di vizi degli uomini, di cui rappresentano un
singolare alter ego. Il linguaggio è costituito da frasi brevi e immediate,
dall’uso degli aggettivi molto efficaci volti a sottolineare le peculiarità e
gli aspettispecificidei personaggi. Nel testo sono molto frequenti i dialoghi
in cui si percepiscono le sfumature profonde delle parole semplici, per
trasmettere contenuti essenziali e diretti per piccoli e grandi uomini.
In questo piacevole testo la lettura è molto scorrevole e
coinvolgente perché è frequente
l’utilizzo strutturale della narrazione orale in cui sono messi in risalto,appunto,
le classiche articolazioni e sviluppi della narrazione diretta. Si ha la
percezione che l’autrice stimoli il lettore ad osservare e a comprendere che i
personaggi, gli avvenimenti, le cose e gli ambienti abbiano significati
essenziali per riflettere e comprendere il vero significato della favola, della
realtàdella vita. Attraverso la narrazione infantile ed una comune capacità
sensoriale, dominante nei fanciulli, anche l’adulto si sente partecipe agli eventi
e degli indirizzi validi, agiti dai personaggi della favola. Esempi di
comprensione ed aiuto ai più deboli divengono elementi essenziali di vita
condivisa e felice.
Per i bambini tutto è
più semplice ed immediato, è normale che il folletto Mimiò esca da un libro,
che è la sua casa con i suoi amici e le sue avventure, e si trovi tra le mani
di una dolce bambina che non può accarezzalo altrimenti scomparirebbe. Lo
spiritello che è avvezzo a girellare per gli spazi aerei, segue con interesse
tutto ciò che gli accade intorno amando mescolarsi tra la bambina Eleonora, la nonna
Brigida e il gatto Lucifero. Mimiò, nell’aspetto luminoso e giocoso, vestito di
una graziosa tutina, coperto da un berrettino da cui escono le orecchie a
punta, rappresenta la personificazione dell’eterna fanciullezza dello spirito
che si esprime nell’amore appassionato per la danza e per la musica e agendo a
volte con dispetti e burle. Ma con la bambina e con la nonna, il folletto diviene
una creatura servizievole e amabile. Con la sua infantile giocondità conosce il
futuro, sa leggere nel pensiero ed è provvisto di polverina magica dalle varie
funzioni ed impara anche a conoscere il calore dell’affetto e della bontà
quando si troverà nel dolce e sereno ambiente familiare di Eleonora. Ma Mimiò è
anche un sogno che accompagna i bambini finché non diventano grandi e non
seguono più la fantasia, i giochi e i mondi fantastici, e così ritorna nel
libro delle favole.
Gli animali, come già precedentemente rilevato, dominano la
narrazione divenendo anche loro principali protagonisti soprattutto in uno zoo,
nel luogo più infelice e triste che possa
esistere, in cui sono rinchiusi nelle gabbie smarrendo la propria
personalità e distinzione, soffrendo e rammaricandosi dei luoghi di origine
ormai perduti. Parlano tra di loro e sono aiutati dal folletto per poter
raccontare il proprio disagio e la propria difficoltà al responsabile del circo,
luogo di divertimento e di svago solo per gli uomini.
L’amicizia, la pazienza, la generosità, la sincerità sono
valori dominanti e presenti nei protagonisti della favola, sentimenti che dovrebbero
esistere sempre, anche nell’ambiente in cui sono costretti a vivere. E come
accade nelle forme arcaiche delle favole, l’avventura nel mondo degli umani di
Mimiò si conclude con la formula “il racconto insegna che” rafforzandone il
valore di esempio morale.
Questo testo stimola a ricercare situazioni e condizioni
analoghe nei propri simili, per interpretare e comprendere con più cura la
realtà in cui si vive. Ci si sofferma nel ricordo dei racconti dei nonni che ci
raccontavano tante storie meravigliose, con i loro sorrisi e la loro dedizione
verso i piccoli di casa, rimanendo sempre nel nostro cuore. La lettura delle
avventure di Mimiò stimola la
nostalgia dell’infanzia, dell’ingenuità nel credere all’esistenza di mondi
fantastici che rimangono sempre nella memoria che si rinnova sempre anche
attraverso questo grazioso e piccolo testo che riempie il lettore di dolcezza e
speranza negli uomini. Il messaggio conclusivo della favola è sempre quello di
saper e dover riflettere, di avere la capacità di agire possibilmente con amore
e con serenità attraverso l’utilizzo tenace del proprio cuore, conservando
sempre almeno un briciolo di immaginazione per poter vedere sempre il mondo a
colori.
Anna Giordano
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