martedì 26 febbraio 2019

Antimo Ceparano - L'anarchica indecenza




Autore: Antimo Ceparano
Titolo: L’anarchica indecenza
Editore: L’ArgoLibro
Prefazione di Milena Esposito
Anno di pubblicazione: 2019
Codice ISBN: 978-88-94907-56-8
In copertina: fotografia di Rino Scarpa (rino.26@hotmail.it)
Numero pagine: 138

Copertina: a colori, con alette
Formato: 14,5x21
Prezzo di copertina euro 12,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore:
 ceparano.antimo@libero.it
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 

Dopo l’originalissimo “L’ASSASSINO DELLA PAROLA ovvero DAL FRATE A GENNARO LASTANO” (qui la pagina dedicata), Antimo Ceparano pubblica con “L’ArgoLibro” una raccolta di poesie particolarmente ricca e interessante, nella quale tocca diversi temi a lui cari. L’approccio è sempre diretto, efficacemente “duro”, perché Antimo pone nella propria scrittura un’urgenza di comunicare che non può e non vuole assecondare giri di parole o artifici linguistici.
Antimo è sinceramente proteso verso un “mostrare” del quale ha profonda consapevolezza: sente, sa che tutti noi abbiamo bisogno di guardare oltre gli infiniti rumori delle apparenze, per riuscire a comprendere i meccanismi sociali che ci guidano, che ci sospingono in una direzione anziché in un’altra. Di “società” questo libro è intriso, perché la visione di chi scrive è una visione genuinamente comunitaria: possiamo e dobbiamo costruire giorno dopo giorno una società il più possibile giusta, equilibrata, legata a valori che esaltino il meglio di ogni singolo individuo. Certo, la realizzazione “totale” di una tale società è inevitabilmente utopica, però muoversi ogni giorno in questa direzione non lo è. ed è proprio la voce dell’artista a ricordarcelo, ogni giorno, incurante dei rumori che ci distraggono.
L’anarchia artistica di Antimo Ceparano ha tutto il sapore di una tesi sociale che si mette in gioco slegandosi da qualsiasi forma di potere (compreso quello delle “sinistre” che nei fatti hanno tradito le aspettative di intere classi sociali): se si perde di vista l’uomo nella sua originalità e integrità, non c’è ragione politica o economica che tenga.

Leggi qui la recensione di Nicola Vacca su "L'Ottavo"

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