Le interviste di Nello Amato
Fare
poesia oggi
Intervista a Riccardo Sanna
Innanzi
tutto vuoi spiegarci chi sei, da dove vieni e cosa fai nella vita e perché hai
scelto di pubblicare la tua opera con L'Argolibro.
Mi chiamo
Riccardo Sanna, sono nato a Roma nel 1966; secondo di tre fratelli, ho iniziato
giovanissimo a girare il mondo con tutta la famiglia per seguire mia madre
nella carriera diplomatica. Ho vissuto in Sud Africa, Belgio, Francia e
Principato di Monaco: ho frequentato scuole alternando compagni e lingue,
esperienza preziosa per la mia crescita personale e professionale che ha
alimentato e affinato la passione per la Poesia e per la scrittura. Rientrato a
Roma, mi sono diplomato al Di Vittorio; la mia strada tuttavia era scritta e mi
ha condotto ad assecondare l'ambizione di raccontare e raccontarmi, appunto,
scrivendo. Numerose sono le Poesie che fin da ragazzo ho composto, raccolte in
volumetti di nicchia e di buon successo. Mi dedico all'attività di traduttore,
sono autore di testi di canzoni e, curioso di mondo e persone, collaboro con
"Il Fatto Quotidiano" pubblicando articoli su vari temi di attualità.
Nutro un moderato amore per il calcio di cui descrivo bellezze e miserie. Con
"L'ArgoLibro" ho intrapreso un cammino letterario dal 2013, perché
convinto delle loro capacità nonché dall'amicizia che mi lega a Francesco
Sicilia e Milena Esposito, conoscitori attenti dell'universo della Poesia e
della Letteratura.
Un
intellettuale ha affermato: "Sono venuta alla conclusione che la Poesia è
davvero una sfida, una <fede> ultima di una deontologia fuori moda, non
più avvertita, ma non del tutto stremata, né inquinata, che una missione di
trascendenza fa salda nei cuori e nella mente di pochi adepti, di cui non
abbiamo consapevolezza alcuna. Vi è dentro di noi un tarlo, o piuttosto un
folletto che ci grida e ci prospetta la follia di pochi attimi di luce, che
resteranno a trascrivere la nostra storia". Cosa vuol dire fare poesia
oggi? È un rifugio? Una nicchia dove ripararsi dalle temperie contemporanee? È un
piano predestinato per dare quel minimo di eternità che disperatamente si va
cercando?
Per me
fare Poesia è vivere: vivo scrivendo. Scrivere è la mia vita, il mio
nutrimento. Gioco con le parole, le accarezzo, le amo; intreccio pensieri,
immagini, ricordi, emozioni e li adagio in mente e cuore, spartiti su cui
musicare versi. Sì, fare Poesia è tutto questo: rifugio, culla e speranza di
eternità.
Cosa
significa Via del Grano 18? Perché questo titolo?
In Via del
Grano, a Cerveteri, c'è un meraviglioso vigneto che la scorsa estate ho voluto
fotografare. Un luogo straordinario che fa riferimento al grano là dove proprio
il grano è assente...ed il contrasto titolo/immagine ha esaltato l’ “accipicchia!”
del mio cuore (qui trovate la pagina dedicata).
L’informatica
e la telematica, il tecnicismo di una società in pieno declino immaginativo ci
stanno inducendo a credere a volte che il tempo del poeta si sia esaurito,
surclassato dagli strumenti e musiche telematiche globalizzate. Condividi
questa opinione di molti?
Sai, io
talvolta amo scrivere con carta e penna: mi piace l'odore del quaderno e
dell'inchiostro, quindi non sono un accanito sostenitore della tecnologia. Ho
comunque una pagina Facebook ed un sito (www.riccardosanna.com) dove condivido Poesie e pensieri.
Credo che in troppa rete ci si possa impigliare, tuttavia non
possiamo fermare le lancette del tempo.
Un
importante intellettuale disse: "La letteratura è vita". È ancora
attuale questo motto?
La vita è
Letteratura in ogni dove: in casa, per strada o seduti su una panchina.
Letteratura è narrazione, diario della nostra quotidianità.
Hai un poeta preferito? Se sí, ricordi
un verso che puoi condividere con noi?
Il più
Grande: Giacomo Leopardi. "Sonavan le quiete stanze e le vie dintorno
al tuo perpetuo canto, allor che all'opre femminili intenta sedevi assai
contenta di quel vago avvenir che in mente avevi". (A Silvia)
Scrivi
solo poesie o sei anche un romanziere?
La mia prima
opera è un romanzo: Ciao Vita, Ciao Amore! (qui la pagina dedicata). Quindi un saggio e varie
raccolte di Poesie. Mi sto dedicando alla stesura di un libro di favole e ho
nel cassetto tracce di romanzi futuri.
Una
domanda molto comune che può sembrare banale: quanto c'è di tuo in quello che
scrivi?
Come ogni
scrittore parlo spesso di me. Offro a chi mi legge la possibilità di
riconoscersi e d'interpretare parole e versi.
Se per
concludere ti chiedessi un verso o un'aforisma o una dedica rivolta ad un
aspirante poeta, cosa gli scriveresti?
Gli
dedicherei "poeta oltremoda": Sono un poeta
oltremoda. Composto – con posto e pasto fissi, seduto sopra la penultima sedia
del mio mondo al contrario -, compongo versi a campare la vita. Sfoglio fogli e
foglie dell’autunno zafferano, rendendo grazie, con garbata riverenza, alle
estati intrecciate a paglie luccicanti, pepite nei mari di campi fienati.
Sorvolo primavere con filastrocche e rondini, mentre lascio alle spalle fiocchi
d’inverno a svanire leggeri. Sparo dritto al cuore, Cupido mai tiepido, cupo il
giusto e allegro un tanto a sogno. Appunto – a punto, appunto! – ogni parola
che l’anima alleggerisce oltre la staccionata della sua e cerco lettere
scrocchiarelle da far assaporare a chi è affamato di curiosità. Sono una
carovana d’idee, cowboy di quaderni antichi marchiati a inchiostro, infinito
rodeo di rime a cavalcar le notti insonni e suonatore maldestro di pensieri a
fisarmonica. Sono un poeta oltremoda, la p piccina piccina, perché di grandi e
grosse ce n’è pure troppe…
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