Ritratto della Signora della Poesia
di Ivana
Leone
Riuscire
ad analizzare un profilo completo della vita di Alda Merini è cosa difficile.
La poetessa fin da bambina appare sensibile, timida, malinconica, introversa e
si rifugia nei libri, i suoi “piccoli grandi amici”.
Ma
se da un lato, questi sforzi mentali contribuiranno alla formazione di un
personale bagaglio familiare e culturale, dall’altro si riversano su una salute
cagionevole. Infatti, già dalla tenera età Alda è costretta per malattia a
vivere isolata, circondata dall’affetto e dalle premure, talvolta esasperati,
dei familiari.
Segregata
in casa, rassegnata ad una vita quasi sedentaria con lunghissime assenze da
scuola e lunghe ripetizioni in casa in attesa degli esami esterni. Il rapporto
con i genitori è di grande affetto e ammirazione, tuttavia la madre provocherà
sempre nella figlia sentimenti opposti e inoltre si contrappone una forte
gelosia per il rapporto privilegiato che Alda avverte fra i genitori.
Si
avverte, quindi, un dualismo entro cui la ragazza non riesce a collocarsi e la
presunta esclusione dal privilegio degli affetti la condanna ad un rancore che
addolorerà la prima infanzia. Ma nonostante il passare del tempo l’ambiente
familiare rimane ancora a lungo legato ad un nodo che sembra non potersi sciogliere.
Intanto arrivano gli anni della guerra, questi sono anni difficili in cui la
famiglia Merini vive in condizioni precarie.
La
cultura fascista è al suo apice e conosce contemporaneamente l’inizio di un
declino. Con le ristrettezze della guerra, Alda si adatta a lavorare nelle
risaie e dopo il lavoro la madre la manda a lezioni di pianoforte. In questo
periodo la famiglia impara a provvedere a se stessa con il minimo
indispensabile. Ma di quegli anni giovanili, nonostante gli stenti patiti, di
quel clima di solidarietà e di reciproco aiuto tra famiglie arrivate da ogni
parte della regione, rimane nella memoria della Merini l’immagine di un tempo
relativamente felice, in cui la vitalità dell’adolescenza comincia a farsi
spazio sulla bambina timida e solitaria di qualche anno prima.
Alla
fine della guerra, la famiglia può far ritorno a Milano, ma la vecchia casa è
distrutta e tutti insieme si sistemano in uno scantinato sul Naviglio. Si
tratta di un’abitazione provvisoria, che avrebbe dovuto ospitarli per un breve
periodo, ma diventerà la loro casa per alcuni anni. Da questo momento in poi
Alda inizierà una nuova esistenza tutta da scoprire.
Per contattare Ivana Leone: ivanaleone87@hotmail.it
Dal Segnalibro di maggio
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