mercoledì 10 maggio 2017

"Ali letterarie": la rubrica di Ivana Leone

Ritratto della Signora della Poesia
di Ivana Leone


Riuscire ad analizzare un profilo completo della vita di Alda Merini è cosa difficile. La poetessa fin da bambina appare sensibile, timida, malinconica, introversa e si rifugia nei libri, i suoi “piccoli grandi amici”.
Ma se da un lato, questi sforzi mentali contribuiranno alla formazione di un personale bagaglio familiare e culturale, dall’altro si riversano su una salute cagionevole. Infatti, già dalla tenera età Alda è costretta per malattia a vivere isolata, circondata dall’affetto e dalle premure, talvolta esasperati, dei familiari.


Segregata in casa, rassegnata ad una vita quasi sedentaria con lunghissime assenze da scuola e lunghe ripetizioni in casa in attesa degli esami esterni. Il rapporto con i genitori è di grande affetto e ammirazione, tuttavia la madre provocherà sempre nella figlia sentimenti opposti e inoltre si contrappone una forte gelosia per il rapporto privilegiato che Alda avverte fra i genitori.
Si avverte, quindi, un dualismo entro cui la ragazza non riesce a collocarsi e la presunta esclusione dal privilegio degli affetti la condanna ad un rancore che addolorerà la prima infanzia. Ma nonostante il passare del tempo l’ambiente familiare rimane ancora a lungo legato ad un nodo che sembra non potersi sciogliere. Intanto arrivano gli anni della guerra, questi sono anni difficili in cui la famiglia Merini vive in condizioni precarie.
La cultura fascista è al suo apice e conosce contemporaneamente l’inizio di un declino. Con le ristrettezze della guerra, Alda si adatta a lavorare nelle risaie e dopo il lavoro la madre la manda a lezioni di pianoforte. In questo periodo la famiglia impara a provvedere a se stessa con il minimo indispensabile. Ma di quegli anni giovanili, nonostante gli stenti patiti, di quel clima di solidarietà e di reciproco aiuto tra famiglie arrivate da ogni parte della regione, rimane nella memoria della Merini l’immagine di un tempo relativamente felice, in cui la vitalità dell’adolescenza comincia a farsi spazio sulla bambina timida e solitaria di qualche anno prima.


Alla fine della guerra, la famiglia può far ritorno a Milano, ma la vecchia casa è distrutta e tutti insieme si sistemano in uno scantinato sul Naviglio. Si tratta di un’abitazione provvisoria, che avrebbe dovuto ospitarli per un breve periodo, ma diventerà la loro casa per alcuni anni. Da questo momento in poi Alda inizierà una nuova esistenza tutta da scoprire.


Per contattare Ivana Leone: ivanaleone87@hotmail.it


Dal Segnalibro di maggio
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